Rimuovere le macchie solari con un peeling laser

L’abbronzatura se ne è andata via, ma il sole della scorsa estate ti ha lasciato alcune macchie su viso e collo? Cancellale con il peeling laser: un trattamento delicato, in grado di riportare la tua pelle al suo colorito uniforme.

Colpa del sole o colpa tua? Se l’abbronzatura che hai conquistato la scorsa estate (purtroppo oramai scomparsa!) ti ha “regalato”  qualche macchia, sparsa qua e là su viso e décolletté, non prendertela solo con i raggi ultravioletti. Parte della responsabilità è anche tua, che non hai utilizzato un’adeguata protezione solare oppure non l’hai rinnovata spesso nel corso dell’esposizione. Guardarsi tristemente allo specchio, concentrandosi su quelle inestetiche chiazze che sembrano essere diventate parte integrante della pelle non serve a nulla. Le lentigo solari difficilmente scompariranno spontaneamente (potrebbero al limite attenuarsi nel corso degli anni). Eliminarle, ad ogni modo, è una questione di pochi secondi, se ci si affida ad uno strumento efficace, delicato e sicuro: il laser ad anidride carbonica (CO2) pulsato, utilizzato nel trattamento di peeling per consentire alla pelle di ritrovare il suo naturale incarnato.

 

Macchie solari

Le lentigo solari sono la risposta diretta ad una fotoesposizione che in qualche modo ha traumatizzato la pelle. Le persone più predisposte a questo tipo di macchie cutanee sono quelle che appartengono al fototipo 1 (pelle chiara e sensibile), ma non sono escluse neppure i soggetti di carnagione scura, che si sottopongono ad un’esposizione solare prolungata e senza adeguati filtri Uva. Le macchie solari privelegiano i punti del corpo più esposti (come viso, collo, spalle, mani), che sono tra l’altro quelli in cui la pelle è più sottile e delicata. Per prevenire la loro comparsa, meglio quindi applicare su queste zone una doppia protezione, non solo d’estate al mare, ma anche d’inverno, specie se si va in alta montagna, dove i raggi solari (anche se non ce ne accorgiamo molto) sono più diretti.

 

Il peeling laser rimuove la pelle macchiata

Una microfrazione di secondo! Questo è quanto impiega il laser ad anidride carbonica pulsato per vaporizzare la macchia solare. Il peeling avviene in maniera indolore e selettiva: si applica una crema anestetica e si pilota il raggio laser direttamente sulla pigmentazione, vaporizzandola istantaneamente. La procedura è altamente sicura (a patto, ovviamente, che ad utilizzarla sia un operatore esperto nell’utilizzo del laser) e consente una riepitelizzazione (formazione di “nuova” pelle) veloce ed ordinata, senza rischio di danni termici. Al termine del trattamento, la zona trattata risulterà lievemente arrossata: qualche settimana di pazienza e ritornerà alla normalità, senza traccia delle inestetiche macchie solari. Eseguito il peeling laser, la cute dovrà essere protetta dall’esposizione ai raggi Uva fino alla sua completa guarigione (circa due mesi). Per attenuare il rossore iniziale, si può applicare una crema antibiotica ed antinfiammatoria. L’uso di un sapone neutro, almeno per le prime settimane, servirà a detergere delicatamente la pelle nel suo naturale processo di riepitelizzazione.

 

Mastoplastica additiva: Ok ma senza esagerare

Sei insoddisfatta del tuo seno ed intenzionata a ricorrere alla chirurgia per aumentarne il volume? Prima di passare da una seconda ad una quinta riflettici comunque più di un attimo. Sei proprio sicura che, con gli anni, non ti pentirai della tua scelta? I nostri consigli per un seno a prova di tempo e convinzione.

Negli States aumenta sempre più il popolo delle pentite. Da cosa? Da una mastoplastica additiva fuori misura. L’oggetto del pentimento non è tanto l’essere ricorse al bisturi per ritoccare le dimensioni del proprio seno, quanto esserselo aumentato spropositatamente. Dopo l’eccitazione iniziale nel vedersi con un décolleté ben sodo e gonfiato, che attira irresistibilmente gli sguardi maschili e l’invidia critica femminile, con il tempo queste maggiorate artificiali si sono rese conto che avere una taglia di reggiseno extra large non è poi il massimo della vita. E così, di nuovo dal chirurgo per farsi rimuovere la protesi ora intollerata e (sorpesa!) sostituirla con una di dimensioni più ridotte ed accettabili. Proprio come ha fatto Pamela Anderson, tanto per citare qualcuna di famosa. La penelopea tendenza a fare, disfare e rifare è un po’ una caratteristica femminile, ma dato che qui si parla di interventi chirugici – anche se minimi – come evitare di pentirsi in futuro di una protesi mammaria scelta con azzardato entusiasmo? Ecco i consigli del chirurgo estetico.

La misura è indicata dal corpo stesso: quella naturale!

Per non pentirsi della mastoplastica additiva il segreto sta nella scelta di una  protesi proporzionata alla propria silhouette ed adeguata al tipo specifico di tessuti. Il chirurgo  lavora con due cose fondamentali: le aspettative della paziente e ciò che i suoi tessuti consentono di fare. Il risultato dell’intervento sarà maggiormente apprezzabile quanto più si avvvicina ad entrambi i fattori. Se si è piatte come una tavola, meglio evitare quindi di richiedere al chirurgo un volume di seno spropositato: più grande la protesi e più sottili i tessuti, maggiori saranno le difficoltà di incorrere in delusioni (visibilità dell’impianto, eccessivo aumento del seno durante un’eventuale gravidanza, rilassamento dovuto all’età). Come per tutte le cose, insomma, anche in chirurgia estetica ci vuole  misura e la strada giusta, come spesso avviene, sta nel mezzo.

La protesi seno che va bene…

Nella tabella qui sotto sono riportate alcune indicazioni di massima per essere soddisfatte della mastoplastica additiva anche nel lungo periodo:

  • La cute che lo riveste è sottile ed il tessuto mammario minimo > Evitare una protesi di dimensioni eccessive. Questo per non causare un forte stiramento della pelle che potrebbe rendere troppo evidente la protesi. La parte superiore dell’impianto dovrà inoltre essere posizionata in una tasca sotto il muscolo pettorale
  • Seno svuotato (magari a causa di una gravidanza) e pelle rilassata (in eccesso). Tessuto mammario minimo > Rinunciare ad un forte riempimento del seno: meglio optare per una protesi più stretta rispetto al tessuto mammario
  • Cute tesa, tessuto mammario moderato > Sbizzarrirti in una più ampia scelta di protesi di vario formato e larghezza dato che il tuo tessuto mammario é sufficiente a coprire la protesi e a renderla poco evidente
  • Cute molto rilassata, tessuto mammario moderato > Con queste condizioni ci sarebbe spazio per una protesi molto grande, ma la cute non ne sopporterebbe il peso. E’ importante quindi valutare la protesi ideale che consenta di riempire e risollevare adeguatamente il seno

 

Aumento del seno in 4 passi

La decisione di cambiare la propria taglia di seno deve essere presa in piena consapevolezza, così come l’esperienza chirurgica dovrà essere vissuta nel migliore dei modi. Ecco alcuni suggerimenti per un ingrandimento del seno soddisfacente sotto tutti i profili.

 

1) Corretta informazione

Più si conoscono le caratteristiche dell’intervento, maggiormente consapevole sarà la scelta di ricorrere alla chirurgia. Il colloquio preliminare con il chirurgo estetico dovrà servire a chiarire qualsiasi domanda, dubbio e curiosità nonché a mettere in luce eventuali limitazioni e complicanze relative alla chirurgia.

2) Programmazione accurata del seno

Prima di sottoporsi alla mastoplastica additiva, viene eseguita una precisa misurazione del seno, ed in particolare vengono rilevati i seguenti dati:

*      Distanza tra capezzolo e capezzolo

*      Distanza tra capezzolo e fossetta giugulare

*      Distanza tra solco mammario e mammelle

*      Distanza tra capezzolo e solco sottomammario

 

3) Scelta della protesi adatta

Lo stesso tipo di protesi non potrà mai produrre su due pazienti diverse due seni esattamente uguali, così come una singola mammella non potrà – neppure con la chirurgia – mai essere identica all’altra. La scelta della protesi (spessore, diametro, proiezione, quantità di materiale in essa contenuto) é un passo particolarmente importante da stabilire in concerto con il chirurgo in modo da far combaciare le proprie aspettative con gli effettivi risultati che si possono raggiungere.

 

4) Scelta della tecnica adatta

L’introduzione della protesi può avvenire attraverso tecniche diverse, stabilite dal chirurgo in base al caso specifico. Le protesi al seno possono essere inseriti attraverso un’unica, piccola, incisione nella piega sottomammaria; ma si può incidere anche lungo il bordo inferiore dell’areola oppure sotto le ascelle (creando poi una sacca per l’inserimento dell’impianto), limitando in ogni caso la visibilità delle cicatrici. Le incisioni vengono praticate in riferimento al posizionamento della protesi, che può avvenire in sede retromammaria o dietro il muscolo pettorale. Una variante a questa alternativa viene adottata in caso di seno ptosico (rilassato): inserendo l’impianto parzialmente dietro il pettorale – fa presente lo specialista –  il risultato apparirà più naturale ed il seno verrà collocato ad un’altezza ideale.

 

 

Rinoplastica: Scultura del naso

Lungo, aquilino, greco, a patata…il naso sta sempre in primo piano nel nostro viso e nella nostra vita: condiziona la bellezza e l’armonia dell’insieme e la sua forma influisce nel nostro star bene con noi stesse. Un tempo alla parola “rinoplastica” il pensiero andava all’immagine di un nasino artificiale, finto e senza personalità e la paura dell’intervento dissuadeva anche i più “nasoni”. Grazie alle tecnologie di ultima generazione, oggi la rinoscultura è un intervento semplice e di notevole effetto estetico. E la parola d’ordine è …naturale armonia delle proporzioni!

 

Rinoplastica: Evoluzione della tecnica

Un tempo non vi erano grandi alternative. I nasi ritoccati dal bisturi risultavano praticamente identici, come usciti da una catena di montaggio. Belli, senz’altro, ma visibilmente artefatti e non sempre adatti alla fisionomia della persona. All’era dei nasi “in serie” si sostituisce oggi l’era della personalizzazione, ovvero di un rimodellamento su misura del naso, progettato dopo un accurato studio del viso e di quei parametri che completano al meglio l’identità del paziente. L’obiettivo della moderna rinoplastica non è quello di ottenere un naso bello fine a sé stesso, ma di raggiungere un ideale rimodellamento del naso, che risulti in armonia con il resto dei parametri facciali e che non ne stravolga la fisionomia.

Naso bello = naso armonico

Un buon rapporto tra unità estetica della punta ed unità estetica del dorso. Questo è il parametro di un naso davvero regolare, che è sinonimo di bellezza per i canoni estetici di tutti i tempi. La presenza o l’assenza di tale regolarità è la prima cosa che notiamo quando ci troviamo di fronte ad un viso e non a caso è proprio la rinoplastica l’intervento di chirurgia estetica più richiesto. Perché è preferibile avere un naso normodimensionato, solo per una questione di estetica? Niente affatto: anche per una questione di luci ed ombre. Un naso regolare mette maggiormente in risalto le caratteristiche del resto del viso. Un naso è bello insomma quando passa quasi inosservato.

La rinoplastica deve personalizzare il risultato

Per individuare il tipo di operazione adatto alla persona vengono valutati diversi fattori. Primo tra tutti la proporzione tra i diversi piani che compongono il viso: fronte-occhi e bocca-mento. Poi bisogna tenere conto  anche di tutta una serie di fattori individuali come l’età, il sesso, la struttura ossea, il tipo di pelle. Da non sottovalutare, poi, è la personalità del paziente: bisogna ricordare che l’intervento cambierà in modo permanente la fisionomia del volto. Un rimodellamento chirurgico ben riuscito, comunque, non deve stravolgere completamente il viso. La rinoscultura infatti non rivoluziona la struttura del naso, ma ne corregge le irregolarità intervenendo se necessario a riportarne le giuste proporzioni.”.

La forma e le dimensioni del naso contribuiscono inoltre a marcare la mascolinità e la femminilità di un viso (pensate all’effetto di tali caratteristiche in sessi opposti!) La rinoplastica maschile tende al raggiungimento di un naso diritto, più virile, ben proporzionato agli altri due piani che compongono il viso. La rinoplastica femminile ambirà invece ad un risultato più delicato, intervenendo se è il caso sulla punta, proiettandola leggermente verso l’alto al fine di addolcire i lineamenti. Oltre al sesso, vengono  presi in considerazione altri fattori. L’età, in particolare, è un indice da non sottovalutare per la valutazione della capacità dei tessuti di modificarsi nel corso del tempo. Nelle ragazze, ad esempio, la forma del naso tende a cambiare nel corso degli anni; tenendo conto di tale tendenza, in alcuni casi si valuta necessaria una ipercorrezione del dorso nasale in senso concavo. Nei ragazzi invece, così come negli adulti, questo accorgimento non ha senso, e si procede solitamente con una riduzione volumetrica del naso, rispettosa dell’identità fisionomica.

Rinoplastica: L’ intervento chirurgico

Rispetto al passato, la moderna rinoplastica (oggi chiamata rinoscultura) ha decisamente migliorato il profilo non solo dei suoi pazienti, ma anche della tecnica chirurgica. Oggi il rimodellamento del naso si realizza in tutta mini invasività, in anestesia locale accompagnata da sedazione, riducendo al massimo il sanguinamento ed i tempi di guarigione ed azzerando il dolore post operatorio. Grazie all’apporto del laser ad anidride carbonica pulsato, il ritorno al sociale è pressoché immediato: asportata la mascherina contenitiva, a sette giorni dall’intervento, edema ed ecchimosi saranno appena visibili e potranno presto scomparire con un ciclo di linfodrenaggio manuale e della digitopressione. Tutti questi vantaggi rendono la rinoscultura più accessibile anche ad una categoria di pazienti (come i giovani e le persone con una professione “visibile”) che non possono permettersi lughe assenze dalle loro attività, vuoi per impegni di lavoro vuoi per immagine. La rinoscultura è insomma più rispettosa sia della fisionomia che dei ritmi di vita di tutti.

La rinoscultura viene realizzata intervenendo esclusivamente all’interno delle narici.  Le cicatrici risultanti dall’intervento non saranno pertanto visibili e, considerata l’elevata vascolarizzazione della zona, i tessuti trattati guariranno rapidamente. Un vantaggio dell’odierna rinoscultura è la presenza minima od addirittura assente di ecchimosi e di gonfiore post operatorio.

Cambiare in armonia. E’ questo in sostanza che si prefigge il nuovo intervento di rinoscultura. O meglio, GLI interventi di rinoscultura, dato che la metodica chirurgica cambia a seconda della dismorfia che si va a correggere.

Rinoplastica: Dopo l’intervento

Ad una settimana dall’intervento la mascherina contenitiva che proteggeva il naso dai piccoli traumi viene sostituito con una più piccola da portare per altri 7 giorni. Dopo ciò il paziente é pronto per affidarsi alle cure dell’estetista. Un ciclo di linfodrenaggio manuale aiuterà ad accelerare il processo di guarigione, favorendo il riassorbimento dell’edema e delle ecchimosi. L’estetista potrà inoltre istruire il paziente sulle tecniche di autodigitopressione, da praticare un paio di volte al giorno per incrementare lo scambio tra i tessuti. Altri consigli per un più rapido ritorno al sociale riguardano un ciclo di terapia laser, il dormire con due cuscini (in modo da favorire la circolazione) ed il divieto di esporre il viso al sole o alle lampade Uva per almeno 40 giorni e comunque non prima della completa guarigione. I risultati del rimodellamento saranno visibili da quasi subito anche se un migliore apprezzamento si potrà notare a 4-8 settimane circa dall’intervento.

 

Rinoplastica senza chirurgia

L’intervento di Rinoplastica è uno dei più diffusi al mondo. Correggere, infatti, le eventuali sproporzioni del proprio naso, sicuramente influisce in maniera determinante a donare bellezza all’intero volto. Un naso non bello, per quanto ci si sforzi di dire che ha personalità, è capace di rendere meno attraente tutto il viso finendo con il generare anche insicurezze nella persona che ha la sfortuna di averlo. Eppure, sono ancora molte le persone che hanno paura di rivolgersi al chirurgo plastico. A spaventare, secondo molti studi di settore, è soprattutto il bisturi, e il fatto che un intervento di tale genere viene visto come “senza ritorno”. Fermo restando che ci sarebbe da discutere su quanto un intervento di chirurgia plastica sia definitivo oggi, visto che il progresso scientifico permette nella stragrande maggioranza dei casi di effettuare operazioni di tipo secondario proprio per correggere eventuali errori del bisturi. Ma soprattutto, non è detto che se ci rivolgiamo a un chirurgo e facciamo presente i nostri timori, questi non sia in grado di offrirci una valida alternativa. Ad esempio per alcune tipologie di Rinoplastica è possibile intervenire senza bisturi. In che modo? Utilizzando dei filler riempitivi che possono riempire eventuali depressioni nella conformazione del naso, ma anche correggere la forma della punta. Si tratta di interventi non troppo invasivi, che consentono una elevata manipolazione dopo che si è inserita la sostanza filler veicolata dalla siringa. L’unico aspetto negativo è che solitamente, dopo un lasso di tempo più o meno lungo, si ha la necessità di procedere a un nuovo intervento dello stesso genere. Solitamente un filler per il naso è costituito da acqua e acrilico. Queste sostanze possono essere iniettate in diversi punti del naso: il dorso, le narici e la punta. Inoltre, per il piacere di tutti coloro che odiano le complicazioni delle operazioni effettuate con il bisturi, non c’è mai bisogno di anestesia totale, né è necessario un decorso post operatorio lungo con effetti secondari quali edema o cicatrici. Al massimo si renderà necessario qualche cerottino nella zona di iniezione per un giorno intero e potrebbe verificarsi un leggero gonfiore che è destinato a sparire in al massimo 3 giorni. L’aspetto estremamente positivo, poi è che con il filler, gli effetti sono evidenti da subito e non si devono aspettare settimane anche se restano invariate le accortezze da tenere nel post operatorio: ovvero prestare attenzione particolare alla zona trattata evitando traumi di ogni sorta. Capitolo prezzi. Per quanto riguarda i costi di questo tipo di intervento, diciamo subito che non sono elevati e vanno da un minimo di 700 euro fino a un massimo di 2000 euro. Anche in questo caso le cifre variano a seconda della struttura in cui si effettua il filler, del chirurgo o medico estetico che effettua il trattamento, e in base alla superficie che si rende necessario manipolare. Più essa sarà vasta, maggiori saranno le spese. Un’altra variabile da tenere in considerazione, è data dal numero di sedute necessarie, visto che non sempre è possibile risolvere il problema estetico con un’unica iniezione.

Ginecomastia: Il seno dell’ uomo

Con il termine “ginecomastia” si è soliti comunemente definire la smisurata sporgenza del seno dell’uomo , ma è giusto sapere che questo inestetismo può avere diverse derivazioni e relative modalità di soluzione diverse. La ginecomastia vera e propria determina l’eccessivo sviluppo della ghiandola mammaria nella pubertà e può segnare anche fisici asciutti e scolpiti, poiché quando si tratta di ghiandola, non vi è dieta o attività fisica che possa essere efficace . Si definisce ginecomastia falsa, invece, quando a comportare la protuberanza del seno è un accumulo di adipe che può essere congenito o derivare da un sovrappeso o sbalzi di peso. Continue reading “Ginecomastia: Il seno dell’ uomo” »